Roberto Faenza dubita che il successo delle commedie italiane possa continuare a lungo e, in un’intervista rilasciata all’Asca (che l’ha contattato per parlare de Il delitto di Via Poma), spiega:
Come tutte le cose ripetitive anche le commedie finiranno per stancare e prima o poi il pubblico tornerà a chiedere film non solo di svago … Già il buon esito del film di Sorrentino, che non è certo un film di facile lettura, è la prova che gli spettatori sanno apprezzare anche le pellicole di impegno.
Secondo il regista, i motivi della scarsità di risultati soddisfacenti degli altri generi è da ricondursi alla mancanza di coraggio di autori e produttori, alla poca ambizione e ad un mercato sempre più limitato:
Il problema non è andare oltre la commedia, che di per se’ non è certo un male, quanto piuttosto riuscire a produrre film di contenuto e di qualità. Non è colpa del mercato se tira solo la commedia, è semmai colpa di autori e produttori che non sono capaci di offrire al pubblico dei film belli, forti e coraggiosi. Del resto è la mancanza di coraggio che marginalizza il cinema italiano. Finché la produzione sarà stretta tra Scilli e Cariddi, ovvero tra il duopolio finanziario di Rai e Mediaset, non ci saranno margini sufficienti di indipendenza dal conformismo e dal potere. L’Italia lontana dai film di genere? Mi sembra che la commedia sia un filone di genere, no? Semmai mancano altri generi, come il noir, il cinema di denuncia, il cartone animato, il fantasy… E’ anche un problema di restrizione del mercato. Il cinema italiano non è esportabile, vuoi per i limiti di una lingua che si parla solo da noi, ma anche per la mancanza di ambizione dei nostri produttori, i quali non sanno guardare oltre confine.