Il mio domani, video del film di Marina Spada e note di regia

Da quest’oggi al cinema uscirà Il mio domani, il drammatico di Marina Spada interpretato da Claudia Gerini. Oggi vogliamo offrirvi della prima le note di regia e della seconda una nuova clip intitolata Monica e l’autoscatto.

Con IL MIO DOMANI ho voluto porre lo sguardo su una donna che vive oggi a Milano, una donna simile a molte altre che vivono nelle città del mondo e nella quale tante e tanti si possono rispecchiare. Mi interessava raccontare la vita di Monica, una donna apparentemente serena e realizzata nel momento in cui inizia la storia, ma gli accadimenti rimescolano il suo incerto equilibrio personale e professionale, faticosamente costruito.

Il retaggio familiare è per lei un ostacolo alla costruzione della sua identità femminile. Monica non è in grado di accettare questa identità fino in fondo perché percepisce nell’essere donna una diminuzione di valore: è un sentimento che le proviene dal rancore che il padre nutre per la madre, per questo non si è mai costruita una famiglia e vive i sentimenti in modo difficoltoso. Monica infatti crede di aver trovato un equilibrio accettabile concentrandosi nel lavoro e nella relazione con il suo capo, che non la obbliga ad un vero impegno.

Come tutti è legata alla propria storia in bilico tra odio e amore, coazioni a ripetere e desiderio di libertà, in sostanza a tutto ciò che alimenta la vita di ognuno e i suoi conflitti, ciò con cui prima o dopo ci si trova a misurare se stessi. Monica ha cercato un riscatto dalla condizione familiare studiando e allontanandosi dal paese della bassa padana dove è nata: oggi si occupa di consulenza filosofica, una pratica che, come altre, spesso può diventare uno strumento di manipolazione. Il sapere e la conoscenza sono oggi elementi decisivi nei rapporti di lavoro e nella produzione di lavoro. Non solo il sapere scientifico ma anche quello umanistico e relazionale.

Le sue lezioni sono un momento di formazione, e spesso di mistificazione, usato dalle aziende per giustificare scelte a volte poco etiche. La risoluzione di alcuni suoi rapporti e lo smarrimento che ne consegue le pongono domande a cui si trova obbligata a dare una risposta. Questa risposta la porterà al superamento del rancore e alla costruzione del cambiamento e di una identità consapevole. La narrazione procede per sottrazione, ho voluto che le immagini lasciassero aperta la lettura dei piani molteplici di significato insiti negli accadimenti, stimolando lo spettatore ad una osservazione non inerte. Lo spazio della messa in scena vuole essere anche spazio emotivo di rispecchiamento e ripensamento della realtà rappresentata. Non è una questione di stile: vorrei mettere lo spettatore nella condizione di cogliere in modo più intenso la vita rappresentata dalla materia cinematografica.

Marina Spada

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