“Signore & signori”, come Germi derise l’Italia del Boom

Sono numerosi i film che descrivono e deridono l’Italia che vive gli anni del boom economico. Un’Italia che oseremmo definire “ricca di miserabili”, in tutti i sensi. Tra i film più riusciti, in grado cioè di fornire un quadro sociologico di questo periodo, c’è “Signore & signori” di Pietro Germi.

Una commedia all’italiana degna di essere presa in considerazione per sempre. Racconta tutto “Signore & signori”. Parla del boom economico, della borghesia che affolla le piccole città, dei villani con i soldi, dei nuovi mestieri.

Una caratterizzazione di personaggi inaudita, che si articola in un teatrino senza precedenti. Una realtà che si fa commedia per far si che il suo lato grottesco venga esaltato.

E Germi, in questo ensemble di figure, figuranti, banconote e mestieri, è un ottimo direttore d’orchestra.

I suoi strumenti sono la realtà e il grottesco, e i suoi musicisti sono attori diretti alla perfezione. Attori ‘tagliati’ per il ruolo che rivestono.

Siamo a Treviso, quasi sempre nei pressi di piazza dei Signori, circondati da perdigiorno con molti danari che vivono tra casa e bar e giudicano i passanti. Siamo immersi in un clima a tratti disdicevole. Malelingue e benpensanti, in altri termini, la fanno ‘da padrona’.

“Signore & signori” è un film ben strutturato in tre capitoli, che ridicolizza l’Italietta del boom. Da vedere anche oggi. Senza dubbio.

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