Buone notizie per tutti gli amanti del cinema classico: il prossimo Natale, in mezzo ai vari cinepanettoni che inonderanno le sale, sarà possibile vedere anche Risate di gioia, pellicola diretta da Mario Monicelli nel 1960, unico film che vede recitare per l’unica volta insieme Anna Magnani e Antonio De Curtis in arte Totò.
Certo, non si può dire che Risate di gioia sia uno dei film meglio riusciti del grande Maestro italiano come non lo è stato anche per la sua interprete. Ma qui stiamo parlando di una parte fondamentale della cinematografia italiana, un film che ha un grande valore storico e documentaristico oltre che artistico.
Anna Magnani quando fu chiamata ad interpretare Risate di gioia era all’apice della sua carriera, tanto che la realizzazione della pellicola fu più volte rimandata a causa degli impegni oltreoceano di Nannarella, mentre Totò era un personaggio controverso, anche se apprezzatissimo dal pubblico.
Risate di gioia non fu un successo, anzi. Gli incassi furono molto bassi e anche la critica lo accolse in modo molto tiepido, non tanto per gli interpreti, ma per la regia e la sceneggiatura che poco avevano a che vedere con lo stile e la qualità di Mario Monicelli, allora appena reduce dal successo de I soliti ignoti del 1958 e de La Grande Guerra del 1959.
Il Morandini lo definì
Un onorevole, decoroso infortunio di Monicelli che dosa comicità ed amarezza, crepuscolarismo e satira di costume, con abilità.
Mentre per Leo Pestelli Risate di gioia è
sapido film dalla superficie comica e dal fondo amaro. Magnani bravissima nel dare patetico colorito al personaggio. Totò tratteggia con misura la sua umana macchietta di vinto. Ma il film, se ha l’intarsio e molte volte la vena de I soliti ignoti, non ne ha però la snellezza e da un episodio all’altro lascia penetrare un che di macchinoso e faticoso.