Degno -o indegno, a seconda dei punti vista- de Il Medico della Mutua, il film Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue esce nel 1969, quindi ad un solo anno dal precedente, per la regia di Luciano Salce.
L’accoppiata Sordi-Amidei è riproposta per la scrittura della sceneggiatura, così come il Dott. Tersilli è di nuovo interpretato dall’imperiale Alberto Sordi. Imperiale sembra essere l’aggettivo più adatto a descrivere l’interpretazione di Sordi in questa pellicola che -come accaduto già altre volte- trova nell’attore romano la colonna portante di tutta la narrazione.
Senza Alberto Sordi/Guido Tersilli il film non sarebbe potuto essere, ed è per questo che ha ricevuto tanti consensi quante critiche. Ovviamente si era ormai persa la novità della commedia denuncia che aveva apportato Luigi Zampa con Il Medico della Mutua, questo sequel manca anche di credibilità e di spessore sociale, ma, al tempo stesso, porta all’ennesima potenza il cinismo del personaggio, il Dott. Tersilli che ha fatto il salto di qualità ed è arrivato a dirigere una clinica privata.
Sordi è maestoso. Il personaggio aderisce perfettamente alle sue doti attoriali (lo ha scritto lui e non potrebbe essere stato altrimenti) e il regista non può che seguire le gesta di un Sordi che, come un abile direttore d’orchestra, dà il ritmo e quel quid in più che nessuna avrebbe potuto imprimere così bene alla pellicola.
Il Dott. Guido Tersilli, qui con un incarico di responsabilità e quindi ancor più attaccato al soldo del precedente, è divenuto ancora più cinico e cupido, resa tanto bene da oscillare sulla sottili linea che divide la farsa dal macabro.