Ieri, al Festival di Venezia, è stato il giorno de L’ultimo terrestre: il film diretto da Gian Alfonso Pacinotti (Gipi) è piaciuto al pubblico e alla critica (le agenzie di stampa parlano di accoglienza positiva e di applausi. LA NOSTRA RECENSIONE IN ANTEPRIMA).
Il regista in conferenza stampa ha premesso:
Non ho alcun interesse per la fantascienza né per gli alieni. Perciò ho voluto mostrarli nel modo più banale e stereotipato possibili. Tra le tante specie documentate dagli ufologi ho scelto la stirpe dei “grigi”, una delle popolari tra gli addetti ai lavori, scelta anche da Spielberg per i suoi Incontri ravvicinati.
A proposito dell’arrivo degli alieni che arrivano sulla Terra, Gipi commenta amaramente:
Ma quando ti aspetti che il cambiamento arrivi dal cielo vuol dire non sei messo molto bene.
Il regista si lascia andare anche ad una riflessione sull possibile parallelismo tra la sua attività di disegnatore e la realtà italiana:
Ho fatto personaggi brutti e sbagliati che hanno un lato malvagio che sono delle macchiette terribili, ma se guardo i dirigenti italiani, di macchiette ne vedo moltissime. Truffaut diceva che bisogna trattare con rispetto i cattivi, ma non aveva visto l’Italia del 2011.