I meravigliosi anni ’50 in Italia? Il bianco e nero che penetra nel tricolore, la voglia di mostrarsi per come si è, gettando le radici della settima arte nel Belpaese.
Nel 1950, per la regia di Roberto Savarese, Alberto Sordi si confronta per la prima volta con il ‘mondo dei grandi’. Sordi non era ancora l’attore famoso che tutti conosciamo. Non si sarebbe mai immaginato di interpretare quei ruoli che lo hanno reso il numero uno del cinema ‘Made in Italy’.
Nel 1950, in breve, Alberto Sordi non era ancora Alberto Sordi.
Però aveva una marcia in più. Quella arguzia che distingue il talento dal ragazzo che raggiunge i risultati con impegno e calcolo matematico. Il talento o lo hai o non lo hai e bussa alla tua porta quando meno te lo aspetti. La cosa importante da fare è non stare mai dietro l’uscio ad attenderlo, perché rischi di perderti le cose sensazionali della vita (le sue sfumature).
Vi parla Alberto Sordi
Questa premessa è necessaria per girare la chiave di volta di “Mamma mia che impressione”. Sordi amava la radio, la usava come strumento per mettere nero su bianco le sue acute osservazioni sui tipi umani e sulle loro bizzarre maniere. In “Mamma mia che impressione” confluiranno tutte le esperienze antropologiche raccontate nel programma “Vi parla Alberto Sordi”, del quale è stato il titolare a partire dal 1948.
“Mamma mia che impressione!” è un film molto divertente. Non sarà mai ricordato come il miglior film di Sordi, anche perché sarebbe difficile per tutti fare centro al primo colpo. Certo è che è un film sincero:
I dolori del giovane Alberto
Sordi si cala nei panni di un biondo giovane scout della piccola parrocchia guidata da Don Isidoro. Adora Margherita ma la sua sciocchezza e la sua timidezza fanno sì che lui non riesca a rendere la cosa reciproca. Per il Natale ha in mente di acquistare un presepe e regalarlo alla parrocchia per mettersi in evidenza davanti agli occhi di Margherita, e per guadagnare i soldi necessari partecipa ad una corsa insieme al rivale in amore Arturo, favoritissimo. Riesce a vincere ma provoca così tanti guai da far ripetere la gara.