E’ uscito il primo giorno del 2013 e già sta facendo degli incassi notevoli. La Migliore Offerta, l’ultima fatica di Giuseppe Tornatore, è un film dalla storia semplice che non si nutre solo di quello che accade sullo schermo, ma vive di ciò che quello che accade nasconde dietro di sé.
Un film in cui i binari della narrazione sono molteplici ma diretti nella stessa direzione: la voglia umana della comprensione del vero e del falso, nella vita, come nell’arte e come nell’amore. Il protagonista è Virgil Oldman, anziano battitore d’asta, tanto geniale nel suo mestiere quanto in difficoltà con la vita di tutti i giorni. Nessun contatto fisico con il mondo, se non attraverso degli onnipresenti guanti, una difesa che non potrà nulla all’arrivo della passione, impersonata da una giovane donna, anche lei preda delle sue paure.
Tornatore ha abbandonato la Sicilia ed è tornato nel mondo. Dopo Baaria, un bel film poco apprezzato, il regista palermitano si riappropria della sua internazionalità, a 15 anni dal suo primo film in lingua inglese (il bellissimo La leggenda del pianista sull’oceano), e ci consegna un thriller senza morto, una storia semplice e lineare che si adatta ad essere interpretata sotto tanti punti di vista quanti sono gli occhi che lo vedranno.
Nessun colpo di scena, nessuna rivelazione finale. Tornatore con il suo film esplica molto chiaramente come la verità possa essere altra cosa dalla sua rappresentazione e dalla sua percezione. Forse una affermazione semplice e quanto mai scontata ma che diventa arte perché raccontata con precisione ed eleganza.
In pieno stile Tornatore.