Nel 1965 usciva Terrore nello spazio, un classico fantascientifico tratto dal racconto Una notte di 21 ore di Renato Pestriniero e diretto dal maestro Mario Bava, regista di classici del cinema di genere come l’horror gotico La maschera del demonio e il thriller Reazione a catena.
Bava con questa memorabile incursione nel fanta-horror racconta di due astronavi in viaggio nello spazio attirate su un pianeta alieno da un segnale sconosciuto. Giunti sul luogo gli astronauti verranno colpiti da una temporanea follia che vedrà gran parte di loro uccidersi a vicenda, con un manipolo di sopravvissuti che scopriranno che il segnale in realtà era un’esca e che gli incorporei abitanti del planetoide, ormai prossimi all’estinzione, intendono utilizzare i loro corpi come involucri per lasciare la loro terra morente in cerca di nuovi lidi.
Se la trama ricorda sin troppo le vicissitudini dell’equipaggio del Nostromo nell’Alien di Ridley Scott, proseguendo nella visione si moltiplicano i punti in comune con il capolavoro del regista americano, vedi ad esempio la sequenza dell’astronave-relitto con gigantesche creature umanoidi, piuttosto che la natura parassitaria degli alieni esplicitata nei dialoghi, anche se gli alieni di Bava sono extracorporei rispetto agli invasivi e ben tangibili xenomorfi di Scott.