Si è conclusa la trentesima edizione del Torino film Festival e tra i premiati di quest’anno c’è come di consueto tanto cinema italiano. Segnaliamo il Premio speciale della giuria assegnato a Noi non siamo come James Bond di Mario Balsamo (ex-aequo con l’americano Pavilion) e il tradizionale Premio Cipputi dedicato al Miglior film sul mondo del lavoro, quest’anno assegnato a Nadea e Sveta di Maura Delpero. Dopo il salto trovate tutti i film italiani premiati in questa edizione.
Torino 30
Torino 30 – Concorso Internazionale Lungometraggi, la giuria composta da
Paolo Sorrentino (Presidente, Italia), Karl Baumgartner (Germania), Franco Piersanti (Italia), Constantin Popescu (Romania), Joana Preiss (Francia) assegna i premi:
Premio speciale della Giuria ex-aequo a:
NOI NON SIAMO COME JAMES BOND di Mario Balsamo (Italia)ù
PAVILION di Tim Sutton (USA’)
TFFdoc
ITALIANA.DOC
La Giuria di ITALIANA.DOC, composta da Carlo A. Bachschmidt (Italia), Luca Pastore (Italia) e Elfi Reiter (Italia) assegna i premi:
Miglior Documentario Italiano:
I DON’T SPEAK VERY GOOD, I DANCE BETTER di Maged El Mahedy (Egitto, Italia)
Con la seguente motivazione:
Per averci restituito il caos frammentario dell’oggi in un racconto che si fa testimonianza personale di temi collettivi quali cultura, sanità, identità, famiglia, partecipazione politico-sociale, facendoci “sentire” i rumori del mondo.
Premio speciale della giuria:
FATTI CORSARI di Stefano Petti e Alberto Testone (Italia)
Menzione Speciale a:
LA SECONDA NATURA di Marcello Sannino (Italia)
Con la seguente motivazione:
Perché è un urlo civile che, attraverso le parole di Gerardo Marotta, ci invita a essere protagonisti e protagoniste di una rivoluzione intesa a recuperare il valore dello Stato come bene comune e non come interesse privato.
ITALIANA.CORTI
La Giuria di ITALIANA.CORTI del 30° Torino Film Festival, composta Ilaria Fraioli (Italia),
Mario Masini (Italia) e Francesco Munzi (Italia), assegna i premi seguenti:
Miglior Cortometraggio Italiano:
SPIRITI di Yukai Ebisuno, Raffaella Mantegazza (Italia, Honduras)
Con la seguente motivazione:
Per averci introdotto nella resistenza di una piccola comunità indigena dell’Honduras, con uno sguardo limpido e partecipe. Gli spiriti evocati dai protagonisti emergono nelle immagini attraverso un’alternanza di quadri viventi resi autentici da una messa in scena consapevole e visivamente ispirata.
Premio speciale della Giuria – Premio Kodak a:
IN NESSUN LUOGO RESTA di Maria Giovanna Cicciari (Italia, 2012, 11’)
Con la seguente motivazione:
Le scosse e il fumo di un vulcano, un paese abbandonato, immagini di opere d’arte che resistono al tempo e persone che al tempo resistono solo attraverso le immagini. Libere associazioni filmiche, manipolazioni sonore permettono un flusso di coscienza personale e inaspettato.
Menzione Speciale a:
UN MONDO MEGLIO CHE NIENTE di Cobol Pongide e Marco Santarelli (Italia, 2012, 39’)
Con la seguente motivazione:
Questo film, attraverso un viaggio spazio temporale crea l’occasione di riflettere sulla contemporaneità. In questa riflessione si collocano sia la scelta del testo che della forma cinematografica.
SPAZIO TORINO
Premio Chicca Richelmy per il Miglior Cortometraggio realizzato da registi nati o residenti in Piemonte (€ 2.500 offerti dall’Associazione Chicca Richelmy) in collaborazione con La Stampa – Torino Sette – Premio Achille Valdata, assegna il premio a:
IL MARE DI BEPPE di Carlo Cagnasso (Italia, 2012, 5’)
Con la seguente motivazione:
Per la cura delle immagini con cui il regista racconta un uomo e i suoi luoghi.
PREMIO CIPPUTI
La Giuria, composta da Francesco Tullio Altan, Antonio Albanese e Michele Serra assegna il Premio Cipputi 2012
Miglior film sul mondo del lavoro a:
NADEA E SVETA di Maura Delpero (Italia, 2012, 62’)
Con la seguente motivazione:
Oggi spesso Cipputi è donna, è straniera, è sola: alla fatica del lavoro aggiunge la fatica di mantenere vivi a distanza i suoi affetti. L’alienazione è più strappo e spaesamento che catena di montaggio. Nelle nostre città chissà quante volte ci sarà capitato di vedere due donne straniere alla fermata dell’autobus, sorrisi sui volti sciupati, abiti goffi, dialogo in lingua incomprensibile. Quante volte le abbiamo viste senza guardarle, senza neppure chiederci quale lingua è la loro lingua e quale storia la loro storia. Per guardare bene, per guardare meglio, ci vuole pazienza. Maura Delpero, donna italiana, ha dato allo sguardo (suo e nostro) il tempo necessario ad entrare nel mondo di Nadea e Sveta, donne moldave emigrate a Bologna. Sono amiche. Sono madri di figli lontani. Sono accanto ai nostri vecchi, lontane dai loro. Dov’è casa? Dove c’è il lavoro, o dove sono i figli? Che vita è, dovendo scegliere fra lavoro e salute, o fra lavoro e maternità? Eppure c’è una forza, in Nadea e Sveta. Eppure, nei dettagli faticosi delle loro giornate (l’accudimento, la panchina, la balera, la telefonata) c’è una luce: infinitamente più forte che in tanto nostro privilegio nevrotico. Quella luce, Maura Delpero ha saputo raccontarla.
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