Dal 5 al 10 novembre si terrà ad Agrigento la trentaquattresima edizione dell’Efebo d’oro, premio internazionale di cinema e narrativa. Tra i premiati di quest’anno c’è il regista Gianni Amelio che ha vinto il prestigioso riconoscimento con il suo ultimo film Il primo uomo.
Il commento entusiasta di Amelio:
Non si pensa ai premi quando si fa un film e i riconoscimenti arrivano come doni inaspettati, segno che qualcuno ti ha ascoltato…Un premio come l’Efebo d’oro, nato nel cuore della Sicilia,poi, è il coronamento di un percorso, un gesto di calore tutto speciale. Girando Il primo uomo in Algeria avevo la sensazione che il Mediterraneo non fosse un mare ma una terra e che questa terra avesse la stessa lingua, la stessa cultura , gli stessi bisogni. Pensavo alla Calabria di un altro dopoguerra dove la stessa gente cercava con fatica di rimarginare le proprie ferite. Il Maghreb era il Sud dell’Italia, il bambino Camus ero io, vissuto con un padre lontano e due donne forti al mio fianco. A molti ragazzi della mia generazione è capitato lo stesso destino. Perciò certe identificazioni sono state inevitabili.
Il riconoscimento agrigentino è già stato insignito ad alcuni dei nomi più illustri del cinema italiano come Mario Monicelli, Dino Risi, Ettore Scola, Giuseppe Tornatore, Francesco Rosi, Gabriele Salvatores e i fratelli Paolo e Vittorio Taviani.
Tra i premiati di quest’anno c’è anche il documenatrio Terramatta di Costanza Quatriglio a cui va il premio speciale della Banca Popolare Sant’Angelo. Il film-ritratto è nato dalla collaborazione della regista palermitana con la scrittrice Evelina Santangelo, il racconto cinematografico della straordinaria autobiografia di Vincenzo Rabito pubblicata da Einaudi, una storia di emigrazione, emarginazione, sacrifici e ritorni dell’ex-analfabeta ragusano diventato scrittore.
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