Il prossimo 28 settembre sarà distribuito nelle sale da 01 distribution in 350 copie la commedia Reality (la nostra recensione in anteprima del film). Il regista Matteo Garrone (Gomorra), tra i premiati a Cannes 2012, ci racconta del pescivendolo napoletano Luciano Ciotola (Aniello Arena), della sua ossessione per il reality show Grande fratello e del suo lento declivio nella follia.
Ieri a Roma il regista Matteo Garrone ha incontrato la stampa insieme al protagonisti del film Aniello Arena. A seguire vi proponiamo alcuni stralci della conferenza stampa:
Garrone parla del film e dei suoi richiami alla commedia italiana più classica:
Se ‘Bellissima’ di Visconti è un film di riferimento, allo stesso modo ‘Reality’ è vicino alle atmosfere di Eduardo De Filippo, alla commedia italiana di Monicelli, a ‘Matrimonio all’italiana’ di De Sica: esempi di cinema prestigioso, meraviglioso degli anni ’60 e ’70…Senza le trappole delle denunce e degli intenti pedagogici ‘Reality’ osserva dall’interno, con umanità, senza prendersi gioco dei personaggi.
Garrone parla del suo protagonista, il pescivendolo Luciano aspirante inquilino:
E’ l’evasione dalla realtà per inseguire un sogno: il contagio parte dalla famiglia, dal quartiere, Luciano è ingenuo, puro. Il rapporto con la tv non è solo legato all’apparire, ma all’esistere: la certificazione della propria esistenza, perché per alcuni le cose in tv sono più vere di quelle di ogni giorno…il personaggio cade nelle trappole del sistema, ma anche io potrei farlo. Non è un discorso moralistico, ma intorno ai modelli legati alla società dei consumi.
Aniello Arena parla della costruzione del suo personaggio e del suo rapporto con la tv:
Si cercava di trovare la giusta emotività da dare al personaggio, che man mano diventa tuo. E lo vivi davvero. Luciano ha una parte simpatica, allegra che mi appartiene, poi andando avanti lo sentivo emotivamente, cercavo di calarmi, associando pensieri. Gli ho dato il massimo”.In carcere c’è solo la televisione, anche se io mi dedico al teatro. Non sono amante dei reality show, all’inizio ho visto il ‘Grande Fratello’ perché era una novità, poi basta. La tv la vedo per bei film e documentari, ma non vado oltre.
L’attore parla anche del suo status di detenuto (Arena sta sconatando l’ergastolo nel carcere di Volterra) e della sua formazione teatrale:
Non è solo la parte artistica mi ha formato gradualmente: una crescita interiore, un percorso mentale. Ogni sera in cella mi mettevo discussione, non è solo teatro, ma vita, vita vera: mi colpiva l’andare in scena, ma anche il modo in cui si ragiona, come Armando (Punzo, ndr) ti fa scattare qualcosa dentro. Non siamo solo detenuti, ma anche altro, questo mi piace.
Garrone parla delle seduzioni di Hollywood e del post-Gomorra:
Dopo ‘Gomorra’ volevo provare a cambiare genere, ritrovare leggerezza e libertà, con Estate romana come riferimento”, mentre dagli Stati Uniti, da Hollywood arrivavano proposte di dare un seguito più o meno esplicito a ‘Gomorra’: “Anche quelle erano seduzioni, magari andavo in America e manco riuscivo a girare un film, e mi perdevo”….Vivendo nella società dei consumi si e’ tutti vulnerabili alle seduzioni dall’esterno. Ho passato anni di pressione e peso, volevo ritrovare piacere, divertimento e fare qualcosa di diverso. Ho raccontato questa piccola storia a Massimo [Gaudioso] e lui mi ha trasmesso l’entusiasmo. Da un piccolo racconto, il film ha preso un altro spessore, da romanzo breve. Sono felicissimo, ma è stato anche molto faticoso, comunque se riuscirò a fare un prossimo film ora non avranno più il riferimento a ‘Gomorra’, me ne sono liberato’’.
(Fonte adnkronos, Ansa)