45 anni per Giuseppe Battiston: la sua carriera e i suoi film

Compie 45 anni oggi uno degli attori più versatili della cinematografia italiana contemporanea. E’ Giuseppe Battiston, che abbiamo visto da poco ne Il comandante e la cicogna di Silvio Soldini e che rivedremo tra poco in La variabile umana, il nuovo film di Bruno Oliviero, che sarà presentato in anteprima il 9 agosto al festival di Locarno.

Udinese di nascita, Giuseppe Battiston si è diplomato alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Poco dopo il diploma conosce Silvio Soldini e tra i due nascerà una collaborazione destinata a durare per anni e che si rivelerà molto fortunata per entrambi.

La prima volta che Giuseppe Battiston appare in un film è in Italia-Germania 4-3 di Andrea Barzini. Era il 1990 e quella era una parte piccolissima. Il primo passo per il successo fu, infatti, tre anni dopo quando Giuseppe Battiston lavora per la prima volta con Silvio Soldini in Un’anima divisa in due, seguito da Le Acrobate nel 1997.

Il primo ruolo importante è, però, in Pane e tulipani, pellicola nella quale interpreta Costantino Caponangeli, ruolo che gli vale il David di Donatello come miglior attore non protagonista.

Dopo il successo ottenuto con questo ruolo, Giuseppe Battiston alterna cinema e televisione, dove recita nelle serie I ragazzi della Via PalAl di là delle frontiere e Una famiglia in giallo, prima di riapprodare al cinema con il ruolo del regista Neri per La bestia nel cuore di Cristina Comencini.

Roberto Benigni lo vuole per una piccola parte ne La tigre e la neve, poi lo vogliono anche Francesca Comencini (A casa nostra, 2006), Gianluca Maria Tavarelli (Non prendere impegni stasera, 2006) e, ancora, Silvio Soldini che lo richiama per affidargli il ruolo di Vito in Giorni e nuvole.

E’ il 2009 quando Giuseppe Battiston si aggiudica il suo secondo David di Donatello come Miglior Attore non protagonista. Il film è Non pensarci di Gianni Zanasi e gli vale anche la nomination per i Nastri d’Argento.

Giuseppe Battiston è anche in Si può fare, regia di Giulio Manfredonia e Cosa voglio di più di Silvio Soldini, continuando ancora a coltivare la sua passione per la tv: sono gli anni di Tutti pazzi per amore, Lo smemorato di Collegno e Le ragazze dello swing.

Poi arriva Carlo Mazzacurati che lo sceglie per La passione, che gli varrà il suo terzo David di Donatello come Migliore attore non protagonista e il suo primo Nastro d’Argento, assegnatogli per i ruoli interpretati in Senza arte né parte (Giovanni Albanese), La passione e Figli delle stelle (Lucio Pellegrini).

Una carriera in continua ascesa quella di Giuseppe Battiston, che con le altre nomination e premi ricevuti in questi ultimi anni (Io sono lì di Andrea Segre e Il comandante e la cicogna di Silvio Soldini) si sta imponendo come unno dei più versatili attori sulla scena italiana, capace di aderire a qualsiasi personaggio gli venga proposto senza problemi e riuscendo sempre perfettamente nell’impresa.

Tanti auguri!

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