Toni Servillo è, senza ombra di dubbio, uno dei più grandi attori contemporanei italiani. Adesso, nonostante il prossimo e importantissimo impegno a Cannes, dove arriverà come protagonista dell’unico film italiano in concorso – La grande bellezza di Paolo Sorrentino – l’artista ha deciso di dare un po’ di lustro anche ai suoi tanti anni passati in teatro e lo fa dando alle stampe 394 – Trilogia nel mondo.
Libro, dvd e cofanetto, editi da Feltrinelli Real Cinema, che raccontano i 35 anni di carriera teatrale di Toni Servillo, condensati nei quattro anni di tournée de La Trilogia della villeggiatura, l’opera goldoniana della quale Servillo è stato regista e interprete.
394 – Trilogia nel mondo non è solo un film sul teatro, sugli attori e sulla recitazione, ma è il racconto della grande avventura vissuta da Servillo e dal cast da lui scelto che ha portato a teatro La Trilogia della villeggiatura: spettacolo portato a teatro per la prima volta nel 2007 in concomitanza di uno sciopero dei mezzi che portò gli attori a recitare senza scenografia e senza costumi.
Ma quando c’è la sostanza, la forma ha un ruolo minore e non fu certo un problema per gli attori diretti da Toni Servillo portare sul palco uno spettacolo di grande intensità che, nonostante tutto, riscosse un immediato successo: dalla prima senza costumi a quattro anni di tournée, per un totale di 394 repliche in città come San Pietroburgo, Parigi, Madrid, New York, Istanbul, Berlino, Montreal e Cracovia.
Tutto questo, e molto altro, è racchiuso in 394 – Trilogia nel mondo, che il regista Massimiliano Pacifico ha definito come
una delle tournèe teatrali più entusiasmanti degli ultimi decenni. In giro per il mondo con uno dei più grandi attori viventi ho raccolto oltre cento ore di straordinario materiale filmato. Attraverso una meditata sintesi al montaggio è nato l’appassionante racconto di un’esperienza significativa ed indelebile di arte e di vita. Non vi sono interviste dirette o intromissioni negli avvenimenti davanti all’obiettivo. Lo spettatore non dovrà avere la sensazione di guardare un documentario, ma di calarsi nelle vicende dei vari personaggi. Una testimonianza, intensa e insieme leggera ed ironica, del valore dell’arte teatrale nel mondo, in tempi di crisi economica e culturale.