Venezia 2012 settimo giorno: in concorso L’intervallo, eventi collaterali Il gemello e Io sono Li

Il Festival di Venezia 2012 inaugura la sua settima giornata con in cartellone svariate pellicole italiane di cui vi segnaliamo L’intervallo (sezione Orizzonti), prima opera di fiction per il documentarista Leonardo Di Costanzo e Il gemello di Vincenzo Marra, presentato nella sezione Venice Days – Giornate degli autori.

Tra gli odierni eventi collaterali, sempre nella sezione Venice Days – Giornate degli autori, ci sarà anche la proiezione di Io sono Li di Andrea Segre, uno dei tre film finalisti per il Premio Lux 2012, riconoscimento assegnato dal Parlamento Europeo, gli altri due finalisti sono Just the Wind dell’ungherese Bence Fliegauf e Tabu del portoghese Miguel Gomes. Il vincitore del premio sarà annnunciato il 21 novembre in occasione della plenaria dell’ Europarlamento a Strasburgo.

L’INTERVALLO con Francesca Riso, Alessio Gallo, Carmine Paternoster, Salvatore Ruocco

Un ragazzo, una ragazza rinchiusi in un enorme edificio abbandonato, di un quartiere popolare. L’uno deve sorvegliare l’altra. Lei è la prigioniera, lui è obbligato dal capoclan di zona a fare da carceriere.
Malgrado la giovane età, ambedue sono troppo cresciuti. Veronica si comporta da donna matura e spregiudicata, Salvatore da ometto che deve badare al lavoro e alla tranquillità. Così, di fronte alla violenza di quella reclusione, i due giovani hanno reazioni diverse: Veronica scalpita e si ribella; Salvatore è più remissivo e accomodante, non si sa se per paura o per realismo. Sono entrambi vittime ma è come se ognuno dia la colpa all’altro della propria reclusione. Con il passare delle ore, però, l’ostilità tra i due si trasforma in un’inevitabile intimità, fatta di scoperte e di confessioni reciproche. Tra le mura di quel luogo isolato e spaventoso, Veronica e Salvatore trovano il modo di riaccendere i sogni e le suggestioni di un’adolescenza messa troppo in fretta da parte.
I due ragazzi vivono così un improvviso intervallo dalle loro esistenze precocemente adulte, tentati alla fine di trasformare quella fuga fantastica in una vera evasione prima che la banda venga a presentare a Veronica il proprio verdetto.

L’intervallo è il mio primo film di “finzione”, finora avevo realizzato film documentari, ma anche in questo lavoro mi è rimasta intatta la curiosità nei confronti del reale come dimensione inesauribile di ispirazione, la fiducia nelle sue infi nite possibilità narrative. Perciò, anche in questo film, ho iniziato come nel documentario a osservare e ad ascoltare a lungo. Tutto questo per raccontare una storia di adolescenti dove gli adulti non ci sono o sono al di “fuori”, avvertiti come minaccia o come portatori di regole e consuetudini da rispettare. Qui sono quelle della camorra che minaccia e blandisce e con le quali a gradi diversi è costretto a fare i conti chi continua a scegliere di vivere a Napoli.(Leonardo Di Costanzo)

IL GEMELLO (THE TRIPLET)

“Il Gemello” è il nomignolo di Raffaele. Ha ventinove anni e due fratelli gemelli. È entrato in carcere all´età di quindici per aver rapinato una banca, da dodici vive lì dentro. Raffaele non è un detenuto normale, ha carisma e gode di grande “rispetto” da parte degli altri detenuti. Il carcere circondariale di Secondigliano (Napoli) è la sua casa. In quel luogo di dolore, vive con il suo compagno di stanza Gennaro; coetaneo e condannato all’ergastolo. Con lui lavora alla raccolta differenziata dei rifiuti e grazie a questo lavoro mantiene la sua famiglia d’origine. Raffaele ha un rapporto speciale anche con Niko, il capo delle guardie carcerarie con cui parla e si confronta. Niko sta cercando di introdurre nelle sezioni carcerarie che dirige regole più umane e attente all’individuo. Il film è un viaggio all’interno dei luoghi fisici e dell´anima di Secondigliano, dagli spazi angusti delle celle, al parlatoio in cui si incrociano le esistenze dei tre protagonisti tra piccoli e grandi avvenimenti.

Oltre a continuare il mio viaggio nei luoghi di Napoli iniziato 12 anni fa con Estranei alla Massa e proseguito con L´udienza è Aperta prima e il Grande Progetto poi, volevo usare il carcere e la mia capacità di relazionarmi con le persone e con gli spazi della mia terra, entrando in questo luogo di dolore, con l´unico obbiettivo di cercare di restituire agli spettatori, in modo fedele, l´esperienza dei protagonisti. Mi ero prefisso anche l´obiettivo di ridurre ancor più, di quanto già fatto in precedenza, il confine tra fiction e documentario.(Vincenzo Marra)

IO SONO LI (LI AND THE POET) con Zhao Tao (Shun Li), Rade Serbedzija (Bepi il poeta), Marco Paolini (Coppe), Roberto Citran (avvocato), Giuseppe Battiston (Devis)

Shun Li lavora in un laboratorio tessile della periferia romana per ottenere i documenti e riuscire a far venire in Italia suo figlio di otto anni. All´improvviso viene trasferita a Chioggia, una piccola città-isola della laguna veneta per fare la barista in un´osteria. Bepi, pescatore di origini slave, soprannominato dagli amici “il Poeta”, da anni frequenta quel piccolo locale. L´amicizia tra Shun Li e Bepi turba le due comunità, quella cinese e quella chioggiotta, che ostacolano questo nuovo viaggio, di cui forse hanno semplicemente troppa paura.

Ricordo ancora il mio incontro con una donna che potrebbe essere Shun Li. Era in una tipica osteria veneta, frequentata dai pescatori del luogo da generazioni. Il ricordo di questo volto di donna così estraneo e straniero a questi luoghi ricoperti dalla patina del tempo e dell´abitudine, non mi ha più lasciato. (Andrea Segre)

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